A Firenze dal 13 al 25 gennaio 2016 sarà aperta la mostra d’arte Creature fantastiche ed altre meraviglie…, a cura di Simultanea Spazi d’Arte. L’inaugurazione si terrà mercoledì 13 gennaio alle ore 17.30.
«La fantasia è libera di pensare qualunque cosa, anche la più assurda, incredibile, impossibile».
(Bruno Munari)
Simultanea Spazi d’Arte, realtà curatoriale fiorentina diretta da Roberta Fiorini e Daniela Pronestì, inizia il nuovo anno con una mostra che invita a scatenare la fantasia. Un evento espositivo realizzato traendo spunto da un libro di Jorge Luis Borges – Il libro degli esseri immaginari -, a partire dal quale i dodici artisti partecipanti – Cristina Bazolli, Rossella Benevento, Joanna Brzeschinska – Riccio, Simonetta Fontani, Monica Fossi Giannozzi, Jean – Louis Lassez, Mauro Martin, Jacopo Nocentini, Antonio Perrino, Silvia Ronsisvalle, Katia Russo, Duilio Tacchi – hanno ideato nuove incredibili creature immaginarie, forse più vicine alla nostra sensibilità, ai nuovi “miti” del nostro tempo, e in ogni caso espressione del potere illimitato della fantasia.
Il Pesce dei Terremoti, il Golem, la Fenice, l’Idra di Lerna, l’Anfibena, Chirone, Cerbero: queste ed altre figure nate dal mito o dalla fantasia popolano una delle opere più affascinanti di Jorge Luis Borges, ovvero “Il libro degli essere immaginari”. Un’opera tanto complessa nei riferimenti culturali che sottende – dal mito alla leggenda, dalla letteratura fantastica agli antichi bestiari – quanto appassionante per chi vuole immergersi in un mondo che indaga le tante sfaccettature del meraviglioso. Un tema a cui lo scrittore argentino si è dedicato come saggista, scrivendo racconti gotici e novelle di un realismo del tutto improbabile. Il libro degli esseri immaginari si colloca nell’ambito della sua produzione come un ampliamento del precedente Manuale di zoologia fantastica, e si presenta come un catalogo ragionato sulle creature fantastiche appartenenti a culture differenti. Questo libro è il risultato di un attento studio comparato che mette in rapporto fonti diverse per arrivare a scoprire che, al di là del luogo, del tempo e quindi del contesto culturale in cui il fantastico si è manifestato, esistono sottili e seducenti affinità tra le figure che popolano o hanno popolato l’immaginario delle diverse civiltà. E’ il caso, ad esempio, del Pesce dei Terremoti, un’anguilla lunga settecento miglia che porta il Giappone sul dorso e che, secondo Borges, è analogo al Bahamut delle tradizioni arabe e al Midgardsorm dell’Edda. Il filo rosso che unisce queste “creature” è la comune radice mitica, che le colloca in una dimensione insieme temporale e atemporale, in un passato così lontano e primordiale che, non potendo essere “datato”, è sempre valido, tanto da riunire in sé anche presente e futuro. Ed è questa “eternità e universalità” dell’immaginario mitologico – fantastico a determinarne il fascino e la capacità di parlare all’essere umano di ogni latitudine ed epoca. Nel Libro degli esseri immaginari, Borges mette insieme favola, mito e religione, dando vita ad un racconto immaginifico, in cui non manca una buona dose di umorismo, come quando scrive che Cerbero ha tre teste “per maggiore comodità delle arti plastiche”.